Il simulacro
Il simulacro di San Filippo d’Agira, detto Siriaco, venerato a Calatabiano, custodito durante l’anno nella chiesa del Santissimo Crocifisso (1484), situata ai piedi dell’antico maniero, sulla vetta del monte detto "Castello", è in realtà un busto reliquario. Il Santo, stempiato e barbuto, dalla pelle nerissima, è rappresentato con i tipici paramenti sacerdotali per la liturgia. Una grande croce dorata (al centro della quale sono incastonate delle piccole teche contenenti le reliquie del Siriaco) impreziosisce la casula del sacerdote Filippo, principalmente di colore arancio, decorata con garofani rossi e boccioli di rose dal gambo verde e sinuoso. Nella mano sinistra il Vangelo (o il Mandato papale), nella destra (benedicente) il Crocifisso e un piccolo mazzo di rose argentate. La parte superiore, ovvero il busto ligneo, poggia su una base quadrangolare, raffigurante alcune scene di vita e di lotta contro il demonio del Santo esorcista, con i quattro evangelisti agli angoli.
Non si hanno notizie certe sulla data di costruzione dell’attuale statua, né sull’artista che l’ha realizzata. Alcuni studiosi locali, come Filippo Zappalà, ne attribuiscono la paternità alla famiglia Gravina, signori del Castello dal 1531 al 1669 e feudatari delle terre di Calatabiano. Quel che è certo, è che il simulacro in questione, probabilmente ritoccato, rifinito e modificato nel corso degli anni, ha origini molto antiche e fa parte, ormai da generazioni, del patrimonio artistico-culturale-religioso della cittadina jonico-etnea.
Di Salvo Trovato
foto di Igor Rinaudo