RITI
I fili della barba del Santo divenuti nastrini
Coloro che hanno avuto la fortuna e il piacere di trovarsi a Calatabiano nei giorni della festa di San Filippo Siriaco, avranno di sicuro notato una miriade di fedeli e devoti, di tutte le età e generazioni, portare (chi al braccio, chi al polso, al collo o alla testa) dei particolari nastrini di colore rosso, verde e giallo, spesso intrecciati tra loro. Ma cosa sono? E cosa rappresentano? Perché i calatabianesi (ma non solo) li sfoggiano con tanto orgoglio? Queste sottili strisce di tessuto colorato si chiamano "misure" e sono lunghe un metro o giù di lì, tanto quanto il busto reliquario del Santo venerato nella cittadina etnea (da qui, appunto, il nome "misure"). Anche la scelta cromatica ha una motivazione ben precisa: i colori richiamano quelli del simulacro, nello specifico della casula indossata da Filippo.
Ma non è l’aspetto materiale quanto quello simbolico ad avere un peso specifico. I nastrini, infatti, rappresentano i fili della barba con i quali il Santo, secondo un’antica tradizione non solo calatabianese, legò Satana per poi rispedirlo all’inferno. Il più delle volte, come detto, le "misure" vengono intrecciate tra loro, come a voler rappresentare l’unione, che dà forza e coraggio all’intera comunità, non solo durante la "Calata" o la "Cchianata" del glorioso taumaturgo d’Agira.
Di Salvo Trovato